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L'amministrazione di sostegno

L’amministrazione di sostegno è uno strumento giuridico previsto dal diritto italiano - introdotto dalla Legge 6/2004 - per tutelare le persone che, per effetto di una infermità o menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità – anche parziale o temporanea – di provvedere ai propri interessi.  Lo scopo di tale misura è quello di proteggere la persona interessata (detta “beneficiario”) senza toglierle completamente la capacità di agire, come invece accade con l’interdizione o l’inabilitazione.  Il giudice nomina un amministratore di sostegno (che può essere un familiare o altra persona di fiducia), che si occupa degli atti di ordinaria o straordinaria amministrazione indicati nel decreto di nomina. Possono presentare ricorso al giudice tutelare: la persona interessata, il coniuge o il convivente, i parenti entro il 4° grado e gli affini entro il 2° grado,  il tutore o curatore, il pubblico ministero e infine i servizi sociali.  Le persone legittimate, i...
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Modifica dell'assegno divorzile: Cassazione Civile, sez. I, Ordinanza n° 3543/2025

" In materia di revisione dell'assegno di divorzio, il diritto a percepirlo di un coniuge ed il corrispondente obbligo a versarlo dell'altro, nella misura e nei modi stabili dalla sentenza di divorzio, conservano la loro efficacia sino a quando non intervenga la modifica di tale provvedimento "  Così la Corte di Cassazione Civile ribadisce il concetto di modificabilità del provvedimento emesso dal Tribunale in sede divorzile, il quale non ha una durata prestabilita ma può essere modificato in caso di cambiamenti nelle condizioni economiche o personali. L'assegno, pertanto, può essere modificato in casi specifici: variazione delle condizioni economiche : se uno dei coniugi ha un cambiamento significativo nelle proprie condizioni economiche, come la perdita di lavoro, una grave malattia, o viceversa un aumento significativo delle proprie risorse economiche; matrimonio o convivenza dell'ex coniuge beneficiario : se l'ex coniuge che riceve l'assegno si ri...

Cassazione Civile sentenza n. 28272/2023: cumulo delle domande di separazione e divorzio

La riforma Cartabia (D.lgs. 149/2022), entrata in vigore il 1° marzo 2023 , ha introdotto importanti novità nel diritto di famiglia italiano, semplificando e razionalizzando le procedure relative alla separazione e al divorzio . Uno degli aspetti più innovativi è la possibilità di chiedere separazione e divorzio insieme nello stesso procedimento.  Tuttavia, se detta facoltà è stata espressamente prevista in caso di contenzioso, nulla è invece precisato con riferimento ai ricorsi congiunti. Infatti , l'art. 473-bis.49 c.p.c.,  introdotto dalla riforma Cartabia, prevede che le parti possano proporre domande di separazione personale e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio in un unico atto introduttivo .  Viceversa, l'altrettanto nuovo articolo 473-bis.49 c.p.c . rubricato, appunto, " cumulo di domande di separazione e scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio ", nulla dice in riferimento al giudizio contenzioso mentre non ...

Il sovraindebitamento: "fresh start" per il debitore

Il sovraindebitamento è una situazione in cui una persona (fisica o giuridica non fallibile, come un consumatore, un piccolo imprenditore o un professionista) non è più in grado di far fronte ai propri debiti in modo regolare, pur non essendo soggetta alle procedure concorsuali classiche (come il fallimento o la liquidazione giudiziale, oggi prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza). Nel diritto italiano, il sovraindebitamento è regolato dal Codice della Crisi d'Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019) , in vigore dal 15 luglio 2022. Questo codice prevede specifici strumenti per consentire al debitore di ristrutturare o liberarsi dai propri debiti in modo controllato e legale: Piano del consumatore : riservato solo ai consumatori. È una proposta fatta al tribunale per pagare i debiti in modo sostenibile, senza bisogno del consenso dei creditori. Concordato minore : proposta rivolta ai creditori, da parte di debitori non consumatori, per ottenere una ristruttu...

Cassazione civile, sez. II, ordinanza 14 maggio 2025 n. 12924 - Autovelox non omologati

La Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 12924 del 14 maggio 2025 ribadisce l'illegittimità dell'accertamento eseguito con apparecchio "autovelox" approvato ma non debitamente omologato. Ogni autovelox, infatti, in base all'articolo 142, comma 6 del d.lgs n 285 del 1992, deve essere preventivamente omologato dall'ente competente e deve rispettare specifici requisiti tecnici. La mancanza di omologazione rende il dispositivo non valido e le sanzioni emesse tramite tale strumento possono essere contestate.  Inoltre, sul dispositivo devono essere effettuati controlli periodici per garantirne il corretto funzionamento. Questo aspetto è cruciale per evitare errori nella rilevazione della velocità e per tutelare gli automobilistici da sanzioni ingiuste. La Suprema Corte nella recente Ordinanza approfondisce la differenza tra "omologazione" e "approvazione" degli autovelox precisando che le due procedure non sono equipollenti. Pertanto, l...